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Pietre come testimoni in libreria

Il libro “Pietre come testimoni”

a cura di Sebastiano Damonte
è disponibile in vendita presso la Libreria Sabina di Arenzano.
Chi fosse interessato ad averlo e non potesse recarsi ad Arenzano può contattarci

 

Prefazione dell'arch. Adriano Biamonti

Questa ricerca di Sebastiano Damonte, (Bastian) è frutto di una lunga indagine e di un profondo amore per l’ambiente in cui vive.

L’opera si inserisce in un più vasto disegno che coinvolge l’Associazione “Amici di Arenzano” i cui soci negli ultimi tempi hanno realizzato una serie di iniziative rivolte alla diffusione di una cultura trasversale, rivolta soprattutto al territorio in cui si vive e che si sperimenta ogni giorno muovendosi in esso. Fra queste iniziative quella più evidente è stato l’allestimento, presso il Santuario delle Olivette di Arenzano, di una mostra sui cantieri navali e sulla cultura marinaresca.

La ricerca presenta degli antichi percorsi del territorio arenzanese con particolare attenzione all’ambiente e alle trasformazioni che l’uomo, nel corso dei secoli, vi ha apportato per renderlo fruibile alle proprie esigenze. Ciò che più colpisce, tuttavia, è il doppio piano su cui l’Autore si è mosso: da una parte la ricerca documentale, che si è spinta, sia per le parti scritte che per le parti figurative, molto indietro nel tempo, dall’altra la ricerca “in loco” delle tracce rimaste degli antichi percorsi. Ne è venuta fuori, dopo un lavoro certosino, una specie di guida che consente di percorrere, nel vero senso della parola, sentieri e antiche strade ormai superate dalle nuove vie di comunicazione.

La lettura dell’opera ci spinge a ritrovare anche noi le tracce di questi percorsi, a volte fatti riemergere, con lavoro paziente di pala e piccone, dall’oblio degli uomini e dal lento riassorbimento nella natura circostante. Ci accorgeremo subito che il modo di vedere e vivere il sentiero sarà diverso: non sarà più possibile restare indifferenti a delle pietre lisciate, ma ci chiederemo se sono stati gli scarponi di generazioni di escursionisti o slitte per il trasporto del legno a provocarle, così come saremo più attenti ai toponimi delle località che incontreremo, domandandoci il motivo di nomi come “Cava dell’Ou” o “Ospedatu”; probabilmente ci ritroveremo ad apprezzare anche altri particolari del sentiero, diventando noi stessi ricercatori. La prossima volta che ci siederemo a riposare su una pietra stranamente comoda ai lati del sentiero ci chiederemo se sia del tutto casuale la presenza di una panchina in quel luogo o se non sia stata pensata ed utilizzata da altri, magari gravati da pesi ben più pesanti del nostro zaino.

Emerge, in conclusione, lo spirito che ha animato Bastian nello scrivere questo libro: spingerci a farci delle domande, a non usufruire del nostro meraviglioso ambiente in modo passivo ma esserne partecipi, passo dopo passo, ultimi di una lunga serie di personaggi che lo hanno percorso, adattandolo, nei secoli. 




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